DOCUMENTO POLITICO PRESENTATO AL CPF

Il nostro partito si colloca all’opposizione del governo Monti.
Tale giudizio si conferma, vista la manovra predisposta dall’esecutivo, una stangata che non presenta segni di discontinuità rispetto alle politiche economiche e sociali del governo Berlusconi, nè mantiene i promessi segnali di equità sociale.
E’ vergognoso l’intervento sulle pensioni. Si porta da subito il periodo contributivo a 42 anni e un mese, prevedendo che cresca di un altro mese ogni anno futuro, e si aboliscono le quote cioè la somma tra età ed anni di lavoro. Ci si accanisce ancora una volta con le donne che hanno sopportato per tutta la vita anche la fatica del lavoro domestico e di cura. Si portano tutti al contributivo diminuendo pensioni già basse e si blocca la rivalutazione delle pensioni al costo della vita per pensioni da anni non più agganciate all’aumento delle retribuzioni.Intervenire ancora per fare cassa sulle pensioni dei lavoratori è intollerabile. Così come è inaccettabile l’attacco continuo sui lavoratori pubblici. Tagliare ancora, invece di preoccuparsi di assicurare oggi un reddito sociale e domani una pensione decente per i lavoratori precari e i giovani, altrimenti condannati alla miseria, è scandaloso.
E’ inaccettabile tagliare ancora su Regioni ed Enti Locali. Si tagliano altri 5 miliardi da subito, 6,5 dal 2012. Sono tagli ai servizi sociali, agli asili nido, alla non autosufficienza, alle politiche abitative e del lavoro. E’ messa in discussione sempre di più la sanità pubblica, già colpita da tagli per 13 miliardi al 2014. Inoltre nulla si prevede per scuola e università, anzi si proclama la continuità con la controriforma Gelmini.
E’ iniquo l’intervento sulla casa. La rivalutazione degli estimi catastali, unito alla reintroduzione dell’ICI sulla prima casa colpirà pesantemente le famiglie italiane. Si colpisce nel mucchio senza tutelare i lavoratori e le fasce più deboli. Senza contare che non è prevista alcuna estensione del pagamento dell’ICI sugli immobili ecclesiastici utilizzati a fini di lucro.
E’ inaccettabile che si varino nuove privatizzazioni e liberalizzazioni. Contro 27 milioni di italiani che hanno votato al referendum contro le privatizzazioni dell’acqua e dei servizi pubblici locali, si va avanti su quella strada. Il governo vuole privatizzare i beni comuni e rimuovere ogni residuo intervento pubblico in economia e nei settori strategici.
Così come è inaccettabile l’ulteriore aumento dei carburanti.
E’ inaccettabile che non siano previsti tagli alle spese militari e che non venga bloccato l’assurdo acquisto di cacciabombardieri e che non si ponga fine alle deleterie missioni di guerra all’estero. Così come è inaccettabile che non sia prevista la messa all’asta le frequenze televisive che da sole potrebbero determinare alcuni miliardi di introiti.
Ed ancora inaccettabile quello che succede nello stabilimento fiat di Pomiglianod'Arco dove nei primi 600 assunti non c'è neanche un iscritto alla Fiom. Anzi, si fa capire che per poter essere assunti è meglio cancellarsi dalle organizzazioni sindacali non firmatarie dell'accordo,questo è un vero e proprio attacco alle libertà sindacali.Nell'esprimere il nostro pieno sostegno alla Fiom, che viene colpita perché ha avuto l'ardire di difendere i diritti dei lavoratori, chiediamo al governo di non stare a guardare e di garantire per legge l'agibilità sui posti di lavoro di ogni organizzazione sindacale.
Inaccettabile è ancora quello che è successo martedì 13 dicembre a Firenze dove sono stati assassinati due cittadini senegalesi e altri feriti dalla stessa arma. Arma impugnata da un neonazista nonché assiduo frequentatore e collaboratore di diverse sedi di Casa Pound in Toscana. Questo fatto cruento non può certo essere interpretato come il sintomo della follia di un individuo, si tratta, piuttosto, della punta di un iceberg. L’odio razziale, propagandato per più di un decennio anche dalle destre parlamentari, è una caratteristica centrale del discorso neo-fascista diffuso da organizzazioni come Casa Pound e Forza Nuova. Nonostante la nostra Costituzione vieti espressamente l’apologia di fascismo e di razzismo, queste organizzazioni sono oggi largamente diffuse sul territorio Nazionale. Bisogna chiuderle.
Esprimiamo inoltre vivo allarme e netta contrarietà rispetto ai contenuti del nuovo patto europeo deciso a Bruxelles nei giorni scorsi dove si procede verso un'ulteriore riduzione della democrazia, togliendo ai parlamenti ed attribuendo alle tecnocrazie europee decisioni che riguardano l’avvenire dei popoli del continente.
Care compagne/i quante cose negative,quante ingiustizie, dobbiamo organizzarci, bisogna ripartire da noi stessi con un lavoro incentrato sui territori della nostra Provincia, tessere una rete tra le compagne/i, creare nuovi circoli ove è possibbile, oppure creare nuclei, poichè cosi facendo possiamo allargare anche il nostro comitato politico nel tentativo di aprire conflitti e stare nelle vertenze con più rappresentanza e cosapevolezza di ciò che succede nel nostro territorio.
La nuove direzione provinciale andrà incontro a questa esigenza, un corpo di segreteria più largo possibbile che possa abbracciare tutta o quasi tutta la nostra Provincia in modo da organizzare convegni zonali su temi specifici capaci di elaborare proposte politiche efficaci per quelle donne e quegli uomini che vivono quotidianamente la negazione dei propri diritti.
Riteniamo che il nostro compito, quello di un partito comunista del XXI secolo, che non ha ceduto a pentimenti e non ha rinnegato nulla della straordinaria storia della lotta di classe nel vecchio continente debba favorire l’organizzazione nei territori di spazi pubblici di discussione per favorire un nuovo processo costituente che difende lavoro e beni comuni. Allo stesso tempo pensiamo alla proposta di costruire un patto di consultazione tra tutte le forze politiche che si pongano all’opposizione del governo Monti da sinistra, in parlamento e fuori da esso.
Bisogna rilanciare il partito sociale,l'associazionismo essere umili nel rapporto con i movimenti in modo da poterci radicare nei luoghi dove la sinistra non esiste più e poi magari discutere sul nodo ancora tutto irrisolto della rappresentanza. Se si fanno queste cose forse si gettano le basi per le quali il nostro partito si rifonda per davvero nella sfida aperta per il “comune” e perchè no verso il comunismo.