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http://www.youtube.com/watch?v=2paLw9-O05c&feature=player_embedded
Istruzione/ Boom consensi per dossier RaiTre 'La scuola fallita'
Docenti plaudono inchiesta: ha mostrato verità negata da Gelmini
Roma, 16 feb. (Apcom) - Sta determinando reazioni a catena il servizio-inchiesta sui problemi che investono il mondo dell'istruzione, in particolare quella pubblica, trasmesso domenica sera su RaiTre all'interno della trasmissione 'Presadiretta': nelle ultime ore i commenti dei docenti e di tutti gli operatori scolastici, ma anche dei genitori e delle associazioni di settore, hanno invaso forum, giornali, blog ed in generale tutti i luoghi, compresi gli istituti, che hanno a che fare con la formazione degli studenti.
Le reazioni prevalenti sul dossier, intitolato "La scuola fallita" e curato dal giornalista Riccardo Iacona, sono state caratterizzate da sdegno e preoccupazione: tra i più attivi a sviluppare il 'tam tam' sono stati i movimenti dei precari, i cui iscritti rappresentano i primi e principali destinatari dei tagli (come anche illustrato dal servizio) programmati dal governo per razionalizzare le spese. Il coordinamento precari scuola nazionale, cui fanno capo una decina di movimenti, ha apprezzato particolarmente i temi affrontati domenica sera, al punto da inviare una lettera alla redazione di 'Presadiretta'.
"Finalmente una trasmissione - hanno scritto i precari - che mostra la verità negata disperatamente dal ministro Gelmini: scuole che vanno letteralmente a pezzi, senza sedie e riscaldamento, classi 'pollaio' in cui non vengono rispettate le leggi sulla sicurezza, alunni distribuiti nelle classi perchè le scuole pubbliche statali non hanno soldi per pagare i supplenti, precari senza posto di lavoro, genitori di alunni disabili che non sanno come tutelare il diritto allo studio dei loro figli, presidi costretti a chiedere contributi alle famiglie per comprare i pennarelli ed i gessi, mancanza di spazi idonei per l'attività motoria".
Secondo il coordinamento questa realtà sarebbe "in contrasto con lo sfacelo della scuola pubblica, a cui il governo nega finanziamenti e personale, ci sono le scuole paritarie che ricevono i ricchi finanziamenti delle regioni. Vi ringraziamo per aver squarciato finalmente il muro di omertà che molti mass media, ben addestrati dai poteri forti, hanno riservato all'argomento scuola, citata solo per questioni marginali come l'uso del grembiulino o il ritorno del voto di condotta".
Presadiretta su RaiTre piace ai precari e al movimento di R.P. da La Tecnica della Scuola.it
Il Forum dei Precari ringrazia ufficialmente la trasmissione di Riccardo Iacona. Ma c'è anche chi esprime forti riserve, come la presidente dell'Agesc che parla esplicitamente di “quadro squallido e non vero”.
La puntata della trasmissione di Riccardo Iacona (Presadiretta) andata in onda domenica sera ha riscosso, come era prevedibile, grandi consensi nello schieramento anti-Gelmini.
Nei forum dei movimenti non si contano gli interventi di genitori e insegnanti che dichiarano il proprio entusiasmo per i servizi che hanno evidenziato il taglio delle cattedre, il dramma dei precari meridionali, i problemi delle casse scolastiche sempre più vuote , l’efficienza (reale o presunta) delle scuole paritarie e l’incredibile stato di degrado strutturale di molte scuole del sud.
C’è chi addirittura parla di “capolavoro del giornalismo d’inchiesta” e annuncia che scriverà anche alle redazioni di altre trasmissioni televisive per invitarle a prendere esempio da Iacona.
Il Forum dei Precari ha persino approvato il testo di una lettera di ringraziamento da inviare alla redazione di Presadiretta.
Ma c’è anche qualcuno che non ci sta e parla di “quadro squallido e non vero”. Come Maria Grazia Colombo, presidente dell’AGeSC (Associazione genitori scuole cattoliche).
"Il servizio - sottolinea la presidente - ha fornito un quadro squallido e non veritiero della scuola, della scuola tutta, sia statale che paritaria. Come genitore mi ribello a strumentalizzazioni così gravi che denotano una informazione scorretta e di parte”.
“In questo modo - aggiunge la Colombo - si favorisce solo lo scetticismo più cinico che non ritiene possibile alcun miglioramento. Si insiste in questi tempi a voler contrapporre la scuola cosiddetta pubblica (intendendo solo quella statale) a quella paritaria, negando la funzione pubblica di quest'ultima, riconosciuta da una legge dello Stato Italiano, la legge 62/2000 voluta dall'allora ministro Berlinguer”.
E non mancano attacchi diretti proprio al merito della trasmissione: “Sono state dette alcune cose false e si sono avanzati giudizi pesanti sull'incapacità di accoglienza da parte delle scuole statali e paritarie dei portatori di handicap come pure degli alunni extracomunitari”.
Nessun commento arriva invece da Viale Trastevere che nella giornata di lunedì ha invece diramato un comunicato per dire che “i fatti di Milano confermano la necessità di politiche che perseguano una vera integrazione”.
“L’introduzione di un tetto del 30% alla presenza di studenti immigrati in ogni classe - ribadisce il Ministro - è un provvedimento concreto che dimostra l’impegno del governo in questa direzione. Dispiace constatare che, anche in questa occasione, la sinistra ha saputo solo strumentalizzare senza avanzare alcuna proposta convincente per governare questi fenomeni”.
A proposito di Presa diretta del 14 febbraio sulla “Scuola fallita”.
Da Consorzio Aetna Net 15 febbraio 2010
Guardando bene si capisce che, anche relativamente alla scuola, il Governo di destra ha una diversa visione del mondo rispetto alla sinistra, mettendo all’angolo definitivamente chi crede che in fondo siano tutti uguali. Non ci sentiamo tuttavia di dare giudizi politici, ma ciò che nel programma televisivo di Rai3, Presadiretta, è uscito, dà l’idea di ciò che questo esecutivo avrebbe della scuola.
Lasciando da parte il dramma documentato dei precari, con la valigia e i passeggini in giro per i vari provveditorati dell’Italia del nord, colpisce la netta differenza fra la scuola pubblica e quella privata della Regione Lombardia di Formigoni (Pdl) al cui modello, come si ricorderà, la ministra Gelmini ha fatto pochi giorni addietro riferimento: occorre esportare il modello Lombardia nel resto d’Italia. In cosa consiste è stato spiegato: dare un voucher alle famiglie, senza nemmeno presentazione dell’Isee e tre volte più sostanzioso se si sceglie il privato, da spendere dove esse vogliono, un po’ come succede nella sanità. E come la sanità le scuole private non hanno tutti gli obblighi del pubblico, compresa l’accoglienza dei ragazzi diversamente abili, l’iscrizione di chiunque ne faccia richiesta e pure il reclutamento dei docenti. La cosiddetta libertà di scelta educativa si estrinseca infatti in questo, altrimenti che scelta libera sarebbe?
Intanto si scelgono i docenti che corrispondono a quel progetto culturale preteso dalla utenza di riferimento, senza graduatorie e punteggi, ma solo sulla base dello specifico indirizzo ideologico della scuola e quindi con chiamata diretta, come gli appalti dell’Aquila; e anche le iscrizioni rispondono a questa logica, sia perché si possono anche rifiutare, non avendo nessun vincolo, e sia perché un musulmano osservante mai iscriverebbe il figlio in una scuola cattolica e viceversa. Ma c’è pure una pre-selezione in riferimento al censo, per cui l’impressione che si ha è quella di implementare il privato, come si è fatto con le cliniche, e lasciare tutto il resto al pubblico, al quale però non vengono dati finanziamenti né sostegno, come si è visto nella trasmissione (il Nautico e l’Agrario di Messina) e come si legge ogni giorno sui giornali. L’eccellenza è garantita a chi può permetterselo e la sufficienza, ma anche la mediocrità, alla istruzione pubblica dove si raccoglierebbe la massa e dove le spese di gestione devono tuttavia prevedere una offerta formativa egualitaria, diversificata, puntuale ma generalizzata e senza soldi.
Una concorrenza sleale, è stato detto a Presa diretta, ma che viene regolarmente accettata perché “privato è bello” e perché la classe dirigente si incominci a selezionare già dalla scuola, deprimendo la pari opportunità e le uguaglianze sociali che invece sono garantite dalla Costituzione. La evidente sorpresa è stata cullata dal paragone con la sanità e siccome essa sta risultando un business per alcune categorie di medici e di imprenditori, niente di strano che lo stesso obiettivo si voglia raggiungere con la scuola. Una sorta di impresa da dove ricavare profitti ma dove viene pure garantito un servizio ottimo solo per chi ha soldi e solo per certe categorie, lasciando al pubblico di sbrigarsela alla meno peggio. Emblematica è stata la dichiarazione di quella mamma che non si è posto neanche il minimo dubbio sulla iscrizione della figlia: nella scuola privata, senza alcun problema. Chissà cosa avrà pensato quel precario trasferito dalla Sicilia a Torino, costretto a lasciare moglie e figlio? PASQUALE ALMIRANTE lunedì 15 febbraio 2010
Bambini senza futuro: la morte della scuola pubblica di Riccardo Iacona
PRECARI-DISOCCUPATI, ISTITUTI AL FREDDO, TEMPO “PIENINO”: L’ULTIMA INCHIESTA DI “PRESA DIRETTA” da "Il Fatto quotidiano"
“Non ci sarà nessun taglio alla scuola. Sulla scuola troppe cose divorziano con la realtà. Dalla sinistra stanno arrivando messaggi assolutamente falsi e inutili allarmismi” – questo aveva detto Silvio Berlusconi nell’ottobre del 2008. Non è vero. E chiunque stasera guarderà “La scuola è fallita” se ne potrà rendere conto. A cominciare dal taglio più drammatico, quello dei posti di lavoro: ve li ricordate i precari della scuola sui tetti dei provveditorati d’Italia? Sono scesi dai tetti e quest’anno non lavorano. E sono migliaia. Molti concentrati al sud. Li abbiamo seguiti a Messina, per esempio, nel momento in cui venivano assegnate le cattedre: meno della metà di quelle dell’anno scorso. E ci sono voluti polizia e carabinieri per frenare la rabbia dei precari rimasti senza lavoro. Li abbiamo seguiti mentre affollano gli uffici scolastici delle città e delle provincie del nord: come una volta facevano gli operai che venivano per lavorare nelle fabbriche, arrivano con le valigie fin dentro gli uffici, senza una casa, senza una rete familiare, nella speranza di prendere una supplenza medio lunga con uno stipendio da fame. Al Provveditorato di Milano incontriamo una coppia siciliana; la moglie ha appena preso una supplenza annuale e così per un anno si divideranno i figli: quello più piccolo verrà a vivere a Milano con la madre, quello più grande rimarrà in Sicilia con il padre. Migliaia di storie come queste, di gente che improvvisamente si è trovata senza un lavoro, senza un reddito, senza un ruolo. E tutto questo nel bel mezzo di una crisi economica terribile. Abbiamo poi documentato i vuoti che queste persone hanno lasciato nelle scuole e abbiamo scoperto che la loro assenza si vede, eccome se si vede: mancano gli insegnanti di sostegno, mancano i supplenti, mancano i professori . E mancano i soldi. Il ministero dell’Istruzione, infatti, deve alle singole scuole un miliardo di euro per il funzionamento ordinario. Il risultato è che il sistema pubblico italiano agonizza al punto che non c’è attività extra che non comporti la richiesta di un contributo delle famiglie: con i soldi del ministero infatti la scuola pubblica italiana non riesce neanche a comprarsi i pennarelli. Siamo stati con le nostre telecamere vicini ai presidi che fanno i salti mortali per cercare di garantire lo stesso un servizio almeno sufficiente. E abbiamo visto anche quelli che nonostante tutti gli sforzi non ce la fanno: scuole dove mancano addirittura le classi e i ragazzi passano tutto il tempo a spostarsi da un’aula all’altra, scuole senza riscaldamento e senza laboratori, senza palestre, senza materiali tecnici e senza professori. Abbiamo girato le scene dei bambini delle elementari mentre vengono parcheggiati tra una classe e l’altra perché non ci sono i soldi per chiamare i supplenti e anche il tabù del Tempo Pieno – vi ricordate le dichiarazioni del ministro : “Le famiglie non si devono preoccupare perché non toccheremo il tempo pieno” – è stato violato. Ogni anno diventa sempre più difficile per le scuole garantirlo, e così diventa tempo “pienino” e via via sempre più piccolo per ore e attività offerte, e sempre meno ricco. Poi ci sono le scuole private e le scuole paritarie a pagamento: in Lombardia da dieci anni vengono anche finanziate con i soldi pubblici grazie ai buoni scuola. E sono scuole bellissime. Ve ne faremo vedere tante, stasera, tra Milano e provincia. Vedrete quante cose si potrebbero fare, quante attività creative e sportive, vedrete i bambini delle elementari perfettamente bilingue e i ragazzi del Leone XIII di Milano già indirizzati al Politecnico o alla Cattolica. E toccherete con mano quante chance in meno per il futuro stiamo dando ai figli della scuola pubblica.
Mentre in altri stati più "civili"
GABON, ASSUNTI 1. 772 INSEGNANTI PRECARI
(AGIAFRO) - Libreville, 15 feb. - Il governo del Gabon ha proceduto all'assunzione a tempo indeterminato di 1.772 insegnanti precari delle scuole primarie e secondarie. Lo ha annunciato il ministro dell'Istruzione e portavoce del governo, Seraphin Moudounga, al termine di una riunione del consiglio dei ministri. Le assunzioni comporteranno per le finanze statali un onere annuale di un valore pari a oltre 10 milioni di euro; i nuovi assunti riceveranno lo stipendio dal 25 febbraio. Le assunzioni dei precari erano da tempo una delle rivendicazioni portate avanti con determinazione dai sindacati della scuola (CONASYSED) e due anni fa ricorsero a uno sciopero durato quasi tre mesi. (AGIAFRO) .
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